Fallita la spedizione militare d’Egitto, la Francia, dopo molte riluttanze, dovette consegnare all’Inghilterra tutte le antichità egizie prese da Bonaparte. Il generale Hutchinson ne curò il trasporto e re Giorgio III d’Inghilterra destinò i preziosi pezzi al British Museum. Un intero anno di fatiche e sacrifici degli scienziati che avevano accompagnato Napoleone sul Nilo sembrò andare sprecato. In seguito, però, considerando che ogni pezzo era stato copiato, si vide che pur quel poco che era giunto a Parigi poteva bastare per una generazione di studiosi. Il primo a presentare al pubblico una relazione chiara e sicura sulla spedizione egiziana fu il barone Dominique Vivant Denon, che nel 1802 pubblicò il suo Voyage dans l’Haute et Basse Égypte, un best-seller internazionale. Contemporaneamente François Jomard, basandosi sul materiale raccolto dalla commissione scientifica e specialmente sui magnifici dipinti e schizzi di Denon, iniziava la redazione di un’opera in 24 volumi, la Description de l’Égypte (1809-1813), che rivelò al mondo moderno una civiltà fino allora nota solo a pochi viaggiatori. L’impatto fu stupefacente e diffuse una vera mania per lo stile egizio: vasellame, mobili, dipinti e persino l’architettura del decennio successivo furono pesantemente ornati di sfingi, piramidi e facciate di templi.